american_pitbull_BLU

IL PITBULL OGGI

Non riconosciuto dall’FCI, demonizzato dagli organi di stampa, malvisto dall’opinione pubblica.
Aggressività portata all’esasperazione da sedicenti allevatori e proprietari che rinforzano tali atteggiamenti dalle prime settimane di vita e attribuiscono alla genetica molto più di quanto dovuto, fieri di cani che ringhiano e sbavano quando vedono un proprio simile.

Più c’è incompetenza e più spesse sono le catene.

La bramosia di fare a pezzi un altro cane è innata o dovuta al compiacimento del suo proprietario, agli scontri forzati fin dalla tenera età che mettono a rischio la sua sopravvivenza, a quelle grosse catene o quei box angusti, all’isolamento sociale, al voluto allontanamento precoce dalla madre, alla mancanza di quel rapporto di cui un terrier di tipo bull non può certo fare a meno…
Non voglio dire che un APBT sia un cane da parchetto, e questo l’ho ribadito diverse volte, non credo certamente che un maschio adulto invii segnali di pacificazione vedendo un altro maschio estraneo, sono certo però che un buon proprietario debba riuscire a controllare il proprio cane, a gestirlo in maniera consapevole senza mai metterlo in pericolo e soprattutto senza mai crearne per gli altri. Credo anche che un buon Pit debba essere sicuro di se e non mostrare aggressività inappropriata nei confronti degli esseri umani.
Spero che non utilizziate mai metodi coercitivi nella vita quotidiana, nell’educazione e nell’addestramento del vostro Pit, e dei cani in generale, ma cerchiate piuttosto di capirne le esigenze e il linguaggio, migliorando l’interazione e la relazione. Frequentare centri cinofili e persone competenti fin dai primi mesi del cucciolo vi aiuterà ad avere a fianco un ottimo compagno di vita.

Fulvio Fiume
Educatore cinofilo A.P.N.E.C.
Addestratore Enci per cani da utilità, compagnia, agility e sport

Standard UKC e ADBA